05 novembre 2014

L'epoca blu di Milano, Yves Klein e l'infinito monocromo

C'è qualcosa di magnetico in quella sorta di piscina terrosa blu che guarda sul Duomo di Milano e che ha trasformato la Sala Fontana del Museo del 900 in uno dei più affascinanti luoghi dello spirito del contemporaneo in Italia. Il rispecchiarsi dell'opera "Pigment Pur" di Yves Klein, il gran cerimoniere del monocromo blu, nella luce - antica e modernissima - del neon di Lucio Fontana crea, o meglio, ricrea uno dei dialoghi artistici più intriganti del secolo scorso, tutto giocato sulla ricerca della purezza e della definizione dello spazio. 

Ma se le opere del maestro argentino che tagliava le tele sono abitualmente di casa a Milano, il potente ritorno di Klein e della sua inesausta energia di ricerca concettuale, sono un vero e proprio evento, piombato sulla città con la forza di un respiro internazionale. Che ha dato una tonalità blu alla scena del contemporaneo in questi mesi decisivi per l'avvicinamento a Expo, dalla quale si può partire per ricordare che Milano è già tornata a essere una capitale dell'arte, almeno a livello di esposizioni, nell'attesa che torni a essere anche quella fucina di creatività che era stata negli anni Cinquanta e Sessanta, periodo cui è dedicata la mostra di Klein e Fontana.

Giocando sul filo del colore blu, infatti, è possibile muoversi idealmente da piazza Duomo fino all'Hangar Bicocca, che ospita una grande mostra dedicata alla performer statunitense Joan Jonas, che si era mostrata all'inaugurazione proprio immersa nel blu di una sua installazione.


Ma la lezione di Klein, e le sue suggestioni, conducono poi a un altro grande milanese, quel Piero Manzoni che è stato una sorta di doppio dell'artista francese, animato dalla stessa furia creativa e, pure lui vittima di una biografia spezzata molto presto. Pochi mesi fa il tributo a Manzoni lo aveva reso Palazzo Reale, e qui il monocromo si era visto declinato in quei magnifici quadri dell'assenza che sono gli Achrome. Bianco o blu, comunque, a Milano si coglie il respiro di un'arte che ha voluto fortemente dare una nuova forma al mondo. E che oggi, nonostante siano passati alcuni decenni, mantiene viva e fremente tutta la propria intensità. Pronta a trasmettersi alla città meneghina, che appare nuovamente ricettiva.