07 settembre 2013

Ritratti di Will Self (ovvero Self portraits, ovvero Joyce today)


Solo il tempo potrà dirlo, ma la sensazione è che sulle strade di Mantova possa essere passato il fantasma di James Joyce, aggiornato in una veste adatta al XXI secolo, nella persona dello scrittore londinese Will Self, che ha presentato il suo magnetico e torrenziale romanzo-flusso di coscienza Ombrello, pubblicato in Italia da Isbn. Una titanica impresa letteraria, che però non ha placato la furia di scrittura di Self. "La bestia - ci ha detto al Festivaletteratura - è ancora affamata. La bestia non si riposerà fino a quando non avrà consumato tutto. Più scrivo e più lei diventa grande e forte".

Il romanzo, una storia che si muove su tre livelli temporali e racconta di malattia mentale e guerra, trattamenti medici alternativi e modernismo, stupisce per lo stile, tanto che The Observer ha parlato di “un'ambizione di tecnica senza precedenti”. “Per Nabokov - ha aggiunto Will Self - lo stile è moralità. Oggi possiamo dire quasi con certezza che Nabokov fosse realmente attratto dalle ragazzine come Lolita, oggi lo chiameremmo pedofilo, non sappiamo se attivo o meno. Ma ciò che gli rendeva possibile convivere con le sue perversioni era proprio lo stile. La tecnica, però, va bilanciata con una storia”.

Produrre letteratura, comunque, è sempre un'operazione rischiosa. “Per scrivere bene - ha concluso Will Self - devi necessariamente esporre te stesso completamente. Il mio grande mentore James G. Ballard non voleva che i suoi figli leggessero i suoi libri perché avrebbero stabilito una relazione troppo intima con il genitore”. 


E quando gli chiediamo della fama di "cattivo ragazzo" della letteratura britannica, Self alza le spalle e commenta: "Non me ne frega niente". 
James Joyce approverebbe di sicuro.


Leonardo Merlini
© Kilgore Magazine