10 giugno 2011

Ratner's Star, la stella più lontana di DeLillo

Don DeLillo è uno dei grandi numi tutelari della letteratura contemporanea, uno scrittore che ha saputo attraversare le mode e le tendenze - su tutte il postmoderno - cogliendone il meglio, ma senza mai esserne vincolato rigidamente, anzi, spesso creando con le sue opere dei nuovi paradigmi. Libri come Giocatori, Rumore bianco o Libra, prima del suo capolavoro Underworld, hanno segnato tappe importanti per l'evoluzione del romanzo contemporaneo, anche dal punto di vista della riflessione teorica. La bibliografia di DeLillo è ricca anche nelle edizioni italiane, ma un titolo in particolare, Ratner'Star del 1976, spiccava - insieme al precedente End Zone, tuttora non tradotto - per la sua assenza. Oggi questa lacuna viene colmata da Einaudi, che concede alla debordante opera di DeLillo la prestigiosa edizione rilegata dei Supercoralli, 35 anni dopo la pubblicazione americana.

La stella di Ratner è un romanzo potente e complesso, illuminato da una sottile vena di follia, come si addice a un libro sulla matematica pura. La storia, e già questi indizi sono lievemente rivelatori, è quella di Billy Twillig, genio per cui è stato appositamente creato un premio Nobel per la matematica, ma che ha solo 14 anni e viene invitato in un complesso di ricerca segreto per cercare di interpretare, insieme ai migliori cervelli del mondo, un misterioso messaggio inviato da un punto vicino, appunto, alla Stella di Ratner del titolo. Insomma, come nel film Contact, anche qui si tratta di parlare con gli extraterresti. Ma il compito è talmente complesso che anche i più importanti scienziati rischiano di impazzire, e qualcuno nel libro lo fa veramente. Intorno a questo nucleo tematico fantascientifico ruota un libro anomalo, magnetico, spiazzante... qualcosa che sembra avere fornito una sorta di modello per chi è venuto dopo DeLillo, come per esempio David Foster Wallace (un altro scrittore, tra le altre cose, affascinato e turbato dalla matematica più spinta). "La matematica - ha detto DeLillo in un'intervista alla Paris Review del 1992 - è conoscenza sotterranea. [...] Sono stato spinto dall'idea di un romanzo su un campo enormemente importante del pensiero umano che rimane largamente sconosciuto".

Intervistato oggi DeLillo non rinnega il romanzo, ma lo colloca su un'orbita molto lontana. "E' un romanzo molto insolito - ha detto a Kilgore - è la stella più distante della mia produzione, ed è anche l'unica volta in cui affronto il tema della matematica a questo livello. E' veramente la stella remota nella mia opera. C'è un piccolo sistema solare dei miei libri, e poi c'è la Stella di Ratner. Non so cosa mi abbia spinto a coinvolgermi così in fondo in un romanzo sulla matematica. Forse l'unica spiegazione è che a quel tempo ero pazzo". Una pazzia, se vogliamo chiamarla così, che è anche la temperie di un decennio, gli anni Settanta, che hanno prodotto, solo per citare un titolo, un oggetto alieno come L'arcobaleno della Gravità di Thomas Pynchon. E La Stella di Ratner si inserisce perfettamente in questo filone, pur tenendosi su un tenore meno apocalittico rispetto al grande recluso suo collega e quasi coetaneo (DeLillo è del 1936, Pynchon ha un anno in meno), ma giunge comunque a quelle che oggi chiameremmo conclusioni - ma 35 anni fa non avrebbero usato questa parola - altrettanto disturbanti. La sensazione è che questo romanzo sia stato una tappa decisiva per poi permettere a DeLillo di scrivere i successivi capolavori e che, anche oggi, resti una potente lettura contemporanea.

2 commenti:

luigi ha detto...

spulciando nella rete ho notato molto disorientamento per questo romanzo, che in realtà -a parte le difficoltà di capire certe prolusioni- è abbastanza lineare, e come nelle più stimolanti opere di ingenio, ti costringe solo alla fine a riavvolgere il nastro per capire dove hai perso i segnali della catastrofe. Vedo che molte recensioni evitano di parlare della fine, come per evitare di rovinarti il finale. Credo che per un boomerang come questo romanzo, non si possa invece prescindere dall'immagine finale di scienziati che scavano la terra per raggiungere gli strati più bassi della lore de-evoluzione (ve li ricordate i DEVO, proprio negli anni '70?)Un divertente forum (http://www.goodreads.com/topic/show/883574-la-stella-di-ratner-di-don-delillo---commenti-e-discussione) registra tutte le fasi dei volonterosi lettori nel procurarsi il libro, di arrivare con fatica a pag 319, e ammettere di capirci poco... Chi ha voglia però di arrivare alla fine, secondo me sarà ben ripagato, anche se di matematica - come me- non ci capisce un' acca

luigi ha detto...

spulciando nella rete ho notato molto disorientamento per questo romanzo, che in realtà -a parte le difficoltà di capire certe prolusioni- è abbastanza lineare, e come nelle più stimolanti opere di ingenio, ti costringe solo alla fine a riavvolgere il nastro per capire dove hai perso i segnali della catastrofe. Vedo che molte recensioni evitano di parlare della fine, come per evitare di rovinarti il finale. Credo che per un boomerang come questo romanzo, non si possa invece prescindere dall'immagine finale di scienziati che scavano la terra per raggiungere gli strati più bassi della lore de-evoluzione (ve li ricordate i DEVO, proprio negli anni '70?)Un divertente forum (http://www.goodreads.com/topic/show/883574-la-stella-di-ratner-di-don-delillo---commenti-e-discussione) registra tutte le fasi dei volonterosi lettori nel procurarsi il libro, di arrivare con fatica a pag 319, e ammettere di capirci poco... Chi ha voglia però di arrivare alla fine, secondo me sarà ben ripagato, anche se di matematica - come me- non ci capisce un' acca